LA CINA A CACCIA DI DESIGN ITALIANO

INTERNAZIONALIZZAZIONE

Domanda in crescita: esportazioni verso Pechino su del 32% tra gennaio e maggio

Il rallentamento della crescita dell’economia cinese non spaventa l’industria italiana dell’arredo-design. Innanzitutto perché si parla comunque di un incremento del Pil cinese attorno al 6% per il 2017 e 2018. E poi perché questo rallentamento è accompagnato da una trasformazione verso un modello di economia avanzata, basata su «consumi, servizi e innovazione», come sottolineano dal Centro studi di FederlegnoArredo (Fla): «alla quantità si va sostituendo la qualità».

Lo confermano i developer cinesi invitati da Fla, in collaborazione con l’agenzia governativa Ice, a visitare le sedi produttive di alcune aziende italiane dell’arredo-design: 12 big del real estate cinese, che in questi giorni visiteranno altrettante fabbriche italiane tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Toscana. Cercano soprattutto qualità, tecnologia, bellezza e prodotti ecosostenibili: tutti elementi a cui i consumatori cinesi ricchi e benestanti sono sempre più sensibili e attenti.

«Fino a qualche anno fa in Cina il mantra era costruire e costruire rapidamente – spiega Yu Wenjing, Interior Design Director di Yango Group Co., specializzato in sviluppi immobiliari di pregio in tutto il Paese –. I progetti dovevano piacere ai clienti, essere durevoli e ipertecnologici. Oggi il mercato è cambiato e chiede progetti ecosostenibili e soluzioni intelligenti per il controllo degli spazi e degli oggetti. Questo cerco dalle aziende italiane».

Yu si riferisce in particolare al segmento residenziale perché, spiega, è soprattutto da questo che arriva una domanda crescente di prodotti di alta gamma e di design, e dunque il potenziale più interessante per i prodotti italiani.

Alle opportunità di un’edilizia e di un design ecosostenibili guarda anche l’industria italiana, come spiega il presidente di Fla, Emanuele Orsini, annunciando le prossime tappe delle iniziative di internazionalizzazione del settore promosse non Ice, di cui anche l’iniziativa di questi giorni fa parte: «L’anno prossimo faremo una missione B2B a Chengdu, nel Sichuan, dove le opportunità interessano anche il comparto delle costruzioni in legno: il nuovo piano urbanistico prevede infatti parametri edilizi legati al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni, su cui le nostre imprese hanno molto da dire».

Secondo Sun Lei, designer di ville di lusso per il gruppo di real estate Hongkun, «I brand del design italiano sono famosi in Cina per la bellezza e la tecnologia dei loro prodotti, ma anche per la loro tradizione artigianale e produttiva, che è molto apprezzata. Le vostre aziende, ma anche i vostri architetti e designer, hanno un background che da noi manca».

Ma non è solo una questione di qualità della produzione: per conquistare il mercato cinese serve un’offerta completa, spiega Gao Zhiqiang, vice-presidente di Truebond Building Decoration Engineering, studio di progettazione con sede a Pechino e cantieri in tutta la Cina.

«Lavoro da anni con molti brand italiani – racconta – e quello che apprezzo è come si prendono cura anche della presentazione dei prodotti e delle soluzioni di arredo e del servizio». Il fattore prezzo, aggiunge Gao, non è un problema: «I clienti ricchi in Cina sono molti e vogliono il made in Italy originale. Inoltre, ci sono diversi marchi italiani che hanno un ottimo rapporto qualità-prezzo e sono perfetti per il ceto benestante». Un ceto in crescita e non solo nelle città di prima fascia (da Pechino a Shanghai, da Guangzhou a Shenzen), ma anche nelle metropoli della Cina interna. 

I numeri dell’export italiano in Cina testimoniano tutto questo: dopo la crescita del 21,9% delle esportazioni di mobili registrata nel 2016, il design italiano ha messo a segno, nei primi cinque mesi del 2017, un ulteriore incremento delle vendite pari al 32% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Ottavo Paese nella classifica dell’export di arredo made in Italy, la Cina ha registrato negli ultimi nove anni la crescita media annua più elevata (+22%) tra i principali mercati di sbocco. Gli acquisti di mobili e design da parte dei cinesi stanno conoscendo un vero e proprio boom e, in questo contesto i prodotti del made in Italy sono sempre più apprezzati dai consumatori cinesi: con vendite per 341 milioni di euro, nel 2016 l’Italia è stato infatti il primo fornitore di pechino per il settore, con una quota di mercato del 18%, distanziando anche un competitor storico come la Germania (13%).

A conferma dell’interesse dei cinesi per i prodotti del design italiano, c’è la partecipazione dei visitatori professionali in arrivo al Salone del Mobile di Milano, dove da alcuni anni la Cina è il Paese estero più rappresentato (con oltre 22mila buyer), ma anche quella al Salone del Mobile di Shanghai, che ha debuttato lo scorso anno , con oltre 35mila visitatori, e che tornerà dal 23 al 25 novembre prossimi all’interno del Sec (Shanghai Exhibition Center) con 90 aziende italiane (e 106) brand espositrici.

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